La difficoltà riscontrata nell’individuare indicatori di performance ambientali “classici” dipende dal fatto che – contrariamente al caso della logistica diretta, in cui si parla di un processo one-to-many (ossia da un grande centro di distribuzione a diversi rivenditori) – nella logistica inversa, si costituisce un flusso many-to-one, maggiormente complesso, che prevede l’individuazione sistematica del centro di raccolta, in ragione delle diverse caratteristiche dei rifiuti che si prevede di ritirare.
Tutto ciò comporta ridotti volumi di raccolta rispetto alla normale distribuzione, con il conseguente onere di ricercare itinerari specifici finalizzati al raggiungimento di coefficienti di riempimento tali da compensare i maggiori oneri e, al contempo, garantire elevate economie di scala.
La pianificazione degli itinerari strutturati secondo questa logica, unitamente all’utilizzo di automezzi di ultima generazione, consentono di ridurre al minimo le emissioni nocive ed in generale gli impatti ambientali legati al trasporto.